LA PALA DI SANTA PETRONILLA
Commissionata nel 1621da Gregorio XV, al secolo Alessandro Ludovisi al maestro Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, il 29 maggio 1623 fu collocata nella Basilica di San Pietro. Nel 1730, dopo un intervento di restauro, fu trasferita nella Sala Regia del Palazzo del Quirinale, al suo posto fu collocata una copia della stessa in mosaico, eseguita dal maestro Pietro Paolo Cristofari.
La grande tela fu inclusa tra le opere da prelevare in Italia in base al Trattato di Tolentino, venne requisita dalle truppe francesi nel 1797 e trasferita al Louvre (o meglio, all'epoca Musée Napoleon), per essere sistemata nella Grande Galerie e quindi nel Grand Salon, la cui permanenza a Parigi durò per quasi due decenni, nel corso dei quali il dipinto fu restaurato tre volte.
A seguito della sconfitta di Napoleone l’opera venne restituita a Roma nel 1816 e, dopo una breve permanenza in Vaticano, fu collocata definitivamente nella Pinacoteca Capitolina nel gennaio 1818 per volontà di Antonio Canova. Il dipinto, restaurato definitivamente grazie ai fondi della nota fabbrica di pneumatici Pirelli raffigura il seppellimento e la successiva ascesa di Santa Petronilla, vergine e martire cristiana che la tradizione vuole essere figlia dell'Apostolo Pietro, e venendo confermata dalla Passio dei SS. Nereo e Achilleo, composta nel V-VI secolo, anche se ufficialmente non vi sono prove ufficiali riguardo questo fatto. Le sole informazioni sicure, riguardanti il suo nome e il fatto che fosse una martire, sono scritte su di un affresco del IV secolo presente della Basilica sotterranea della catacomba di Domitilla a Roma. Questo affresco, che è tutt'oggi il più antico affresco della cristianità, si trova dietro l'abside della Basilica fatta costruire da Papa Siricio tra il 390 e il 395 nelle catacombe sulla via Ardeatina dette di Domitilla. In questo affresco appare la scritta PETRONELLA MART.
A PRESTO!
Simone C.
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