Il Tempio di Giove Ottimo Massimo (aedes Iovis Optimi Maximi Capitolini) o Giove Capitolino era il più grande monumento esistente sul Campidoglio. Fu il centro del culto di stato romano, e fu eretto, secondo la tradizione, in concorrenza con il tempio dedicato a Iuppiter Latiaris (Giove Laziale), sul Mons Albanus (attuale Monte Cavo).
Davanti al tempio terminavano le cerimonie trionfali e vi si svolgevano le assemblee solenni del senato romano, oltre ai sacrifici augurali dei nuovi consoli.
All'interno del tempio vi erano depositati i Libri Sibillini, una raccolta dei responsi oracolari scritti in lingua greca.
La sua fondazione è attribuita al re Tarquinio Prisco nel VI secolo a.C. e terminarono sotto Tarquinio il Superbo (535-509 a.C.) e venne inaugurato il 13 settembre 509 dal console Marco Orazio Pulvillo.
Date le grandi dimensioni (53X62 metri ed una superficie di 15.000 mq) testimoniavano forse la ferma decisione di fare di Roma la capitale della Lega Federale Latina.
Nel III secolo il frontone fittile rappresentante una quadriga, fu sostituito da una sua replica bronzea. Durante l'incendio dell'83 a.C. fu quasi interamente distrutto e con esso anche i Libri Sibillini.
La ricostruzione in pietra fu affidata all'edile Quinto Lutazio Catulo da Lucio Cornelio Silla, che la terminò nel 69 a.C. rispettando la pianta e l'aspetto precedenti. Secondo molte fonti Silla fece prelevare a tal proposito le colonne dal tempio di Zeus Olimpico ad Atene.
Sotto Ottaviano Augusto il tempio viene restaurato e abbellito e Svetonio, nell'Augustus, afferma che fece portare al santuario sedicimila libre d'oro, pietre preziose e perle per un totale di cinquanta milioni di sesterzi.
Distrutto e riedificato più volte, dopo l'incendio nel 69 e nell' 80, fu, secondo Procopio di Cesarea, danneggiato e spogliato del tetto dai Vandali di re Genserico durante il saccheggio del 455. Del tempio non rimane più nulla se non delle mura di fondazione.
Il tempio era periptero su tre lati (ovvero era circondato su tre lati da un portico), esastilo (in corrispondenza dell'ingresso vi erano sei colonne) e sine postico (ovvero non presentava colonne sul lato posteriore) anche se sulle monete e sulle raffigurazioni il tempio viene rappresentato tetrastilo (con quattro colonne).
Secondo quanto indicato da Vitruvio nella sua opera "De architectura",
l'intercolunnio
era areostilo, cioè la distanza fra le colonne alla base era particolarmente
ampia (superiore a tre volte il diametro del fusto) e tale da rendere
impossibile la presenza di architravi in pietra. All'interno del tempio vi erano tre celle, destinate alle tre divinità capitoline: Giove Capitolino, la statua principale, era collocata nella cella centrale e ai lati quelle di Giunone e Minerva.
Per la decorazione con statue e fregi di
terracotta policroma furono coinvolti artisti veienti, tra cui lo
scultore Vulca,
che eseguì la statua di Giove e una quadriga in terracotta sul fastigio;
quest'ultima era considerata uno dei sette Pignora Imperii di Roma. Lo stile di queste sculture non doveva
differire molto dalle statue del Santuario di Portonaccio (come il celebre Apollo di Veio).
La statua di culto principale, ovvero Giove Capitolino, distrutta
dall'incendio, fu sostituita nel 65 a.C. da una statua crisoelefantina, scolpita dall'artista
ateniese Apollonio, probabilmente sul modello di quella
di Statua di Zeus a Olimpia; probabilmente è
lo stesso autore del Torso di Belvedere firmato "Apollonios
figlio di Nestore". È assai probabile che di questa statua vennero fatte
numerose copie inviate ai municipi delle città italiche colonizzate da Roma: in
questo caso la migliore delle copie sarebbe il Giove di Otricoli, oggi ai
Musei Vaticani.
La quadriga invece venne rifatta nel 296 a.C.
a spese degli edili di quell'anno, i fratelli Ogulnii, che fecero anche rifare
la lupa bronzea per il Lupercale.
The Temple of Jupiter Optimus Maximus (aedes Iovis Optimi Maximi Capitolini) or Jupiter was the largest existing monument on the Capitol.
It was the center of the cult of the Roman state, and was built, according to tradition, in competition with the temple dedicated to Jupiter Latiaris (Jupiter Laziale),on the Mons Albanus (now Monte Cavo).
Ceremonies of triumph ended before the Temple and there were held solemn assemblies of the Roman Senate, in addition to the sacrifices for the new consuls.
Inside the temple were deposited the Sibylline Books, a collection of oracular responses written in Greek.
Its foundation is attributed to King Tarquinius Priscus in the sixth century BC and it was completed by Tarquinius Superbus (535-509 BC).
It was inaugurated on september 13 by 509 Marcus Horatius Pulvillus console.
Considering its dimentions (53X62 meters and an area of 15,000 square meters) it could be interpreted as the firm will to make Rome the capital of Latin Federal League.
In the third century the clay pediment depicting a chariot was replaced by one made of bronze. During the fire in 83 BC It was almost completely destroyed and with it the Sibylline Books.
The stone reconstruction was entrusted to the "Edile" Quintus Lutatius Catulo by Lucius Cornelius Silla, who finished it in 69 BC respecting the plant and the previous look.
According to many sources Silla had taken the columns of the temple of Olympian Zeus in Athens and used them for the roman temple. Under Octavian Augustus, the temple was restored and embellished and Suetonius,in its work "The Augustus", says that he brought to the Temple, sixteen thousand pounds of gold, precious stones and pearls for a total of fifty million sesterces.
It was destroyed and rebuilt several times, after the fire in 69 and 80.
According to Procopius of Caesarea, it was damaged and stripped by the Vandals of King Genseric during the looting of the temple in 455.
Nothing remains of this magnificent temple, except the walls of foundation.
The temple was peripteral on three sides (it was surrounded on three sides by a portico), hexastyle (at the entrance there were six columns) and sine postico (it did not present columns on the back) although on coins and representations the temple is represented tetrastyle (with four columns).
As indicated by Vitruvius in his "De architectura", the intercolumniation was areostilo, the distance between the columns at the base was particularly large (more than three times the diameter of the stem) and such as to make impossible the presence of stone lintels.
Inside the temple there were three cells, destined to the three Capitoline gods: Jupiter, the main statue was placed in the central chamber and the sides of the Juno and Minerva.
For the decoration with polychrome terracotta statues and friezes were involved Veii artists, including the sculptor Vulca, who made the statue of Jupiter and a terracotta quadriga on the pediment; it was considered one of the seven Pignora Imperii of Rome.
The style of these sculptures should not differ much from the statues of Portonaccio Sanctuary (like the famous Apollo of Veii).
The main statue of worship, representing Jupiter, was destroyed by fire.
It was replaced in 65 BC by a chryselephantine statue, sculpted by Athenian Apollonius, probably on the model of the Statue of Zeus at Olympia; he is probably the author of the Torso of Belvedere signed "Apollonius son of Nestor."
It is very likely that were made numerous copies of this statue and sent to the municipalities of the Italic cities colonized by Rome: the best of the copies is the Jupiter of Otricoli, now in the Vatican Museums.
The Quadriga instead was rebuilt in 296 BC at the expense of the "Edili" of that year, the Ogulnii brothers, who also did redo the bronze she-wolf for Lupercal.
A PRESTO!
Simone C.